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ARRESTATO IL DEPUTATO BUGIARDO E TRUFFATORE

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ARRESTATO SANTOS, IL DEPUTATO “BUGIARDO” E “TRUFFATORE”. UN CASO POLITICO SENZA PRECEDENTI NEGLI USA. IL 34ENNE REPUBBLICANO ELETTO AL CONGRESSO IN UN DISTRETTO DEMOCRATICO DELLO STATO DI NEW YORK ERA STATO DECISIVO PER IL GOP NELLA CONQUISTA DELLA CAMERA. HA PERCEPITO MIGLIAIA DI DOLLARI SENZA AVERNE DIRITTO. L’INVEROSIMILE BIOGRAFIA…

Dopo soli cinque mesi da neodeputato al Congresso, la carriera politica di George Santos, 34 anni, è probabilmente finita. Ma è appena cominciata, a livello giudiziario, quella dell’uomo considerato dagli investigatori un “bugiardo compulsivo”, un “truffatore seriale”, un caso politico senza precedenti, uno che rischia di passare il resto della sua vita in carcere per aver mentito su tutto e averlo fatto con disinvoltura.

Il parlamentare di New York, finito sotto i riflettori per essersi inventato di sana pianta parte della sua vita, è stato arrestato prima della sua attesa apparizione in tribunale. Su di lui gravano 13 capi di accusa, tra cui riciclaggio di denaro, furto di fondi pubblici e frode bancaria. Santos si è consegnato alle autorità giudiziarie ed è stato condotto in tribunale per sottoporsi alla procedura di rito che prevede registrazione delle impronte digitali e foto, e poi lettura in aula dei capi d’accusa.
L’impiego a Goldman Sachs, due lauree, la madre morta l’11 settebre, tutto falso

Eletto come Repubblicano a New York, in un distretto Democratico, Santos ha una biografia superba, lastricata di bugie. Disse di aver lavorato per Goldman Sachs e Citigroup, di aver preso due lauree, e di aver perso la madre, morta nell’attacco terroristico alle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001, mentre quattro dipendenti del suo staff erano rimasti vittime del massacro al nightclub Pulse di Orlando, Florida, nel 2016. Queste sono solo alcune delle storie che il deputato si era inventato.

La madre era morta qualche anno dopo, di malattia. Il sospetto sarebbe dovuto venire quando, l’anno scorso, raccontava in campagna elettorale di essere ricco discendente di ucraini sopravvissuti all’Olocausto, nonostante Santos non fosse proprio un cognome ucraino e ebreo, o quando chiedeva di farsi chiamare Anthony, e poi passava da un comizio all’altro presentandosi a volte come Santos, a volte come Devolder, il cognome della madre.

Nessun giornalista a New York si era preso la briga di andare nella vecchia scuola per verificare la storia del candidato spuntato dal niente. Nessuno che avesse chiamato Goldman Sachs e Citigroup per chiedere come fosse Santos, che si autodefiniva come un “broker di successo”, ambito da Wall Street.

Peccato che nessuno lo avesse mai sentito nominare, ma questo è emerso solo dopo la sua clamorosa elezione, che ha rappresentato un elemento chiave nella conquista della risicata maggioranza alla Camera da parte dei Repubblicani.
La domanda per ottenere l’assegno di disoccupazione e la truffa a un veterano di guerra

Nonostante fosse assunto in una società di investimenti, e percepisse uno stipendio da 120 mila dollari l’anno, nel marzo 2020 fece domanda per ottenere il sussidio di disoccupazione. legato al Covid. Secondo i procuratori federali, Santos ha percepito senza averne diritto più di 24 mila dollari, secondo quanto emerso dalla lettura delle venti pagine dell’atto di incriminazione emesso dal dipartimento Giustizia.

Quando in tv, a elezioni concluse, gli avevano chiesto conto della storia della sua origine ebrea Santos aveva risposto, ammiccando: “Non sono proprio ebreo, diciamo che sono simil ebreo”. Il resto è emerso come un fiume in piena. Ogni giorno, da metà novembre, ne è spuntata una nuova: non era neanche laureato, non aveva inventato nessuna “tecnologia per catturare il carbonio”, e non era vera neanche la storia che la famiglia, in un momento di difficoltà economiche, lo avesse costretto a lasciare il prestigioso liceo Horace Mann School nel Bronx “mesi prima” che si diplomasse.

Ma Santos è molto più di un “bugiardo compulsivo”: secondo gli investigatori è un truffatore. Secondo l’inchiesta, ha usato donazioni elettorali per comprarsi vestiti di sartoria e spese personali. Tra le accuse c’è anche la truffa nel 2016 ai danni di un veterano di guerra in Iraq, il cui cane malato, un pitbull di nome Sapphire, aveva bisogno di cure urgenti.

Santos aveva lanciato una campagna di raccolta fondi su Gofund.me per pagare le spese mediche, salvo poi tenersi tutte le donazioni, tremila dollari. Sapphire era morto poco dopo. Un altro cane lo avrebbe rubato a una famiglia di Amish.
La carriera sportiva inesistente e la falsa testimonianza al Congresso

Inoltre il deputato aveva inventato anche la sua carriera sportiva: si era presentato come campione di volley a livello di college, ma i vecchi amici ricordano che l’unica attività motoria era stata quella di sfilare vestito da drag queen al carnevale di Rio de Janeiro. C’è molto di più nella biografia di Santos. Ha reso falsa testimonianza al Congresso quando nel 2020, anno della sua prima candidatura, finita con una sconfitta, aveva fornito dati sul suo salario che proveniva da società poco chiare.

Due anni dopo, per le elezioni di Midterm del 2022, aveva denunciato stipendi di milioni di dollari provenienti dalla sua stessa società, la Devolder Organization, ma i procuratori hanno scoperto che era tutto falso. Non c’erano né stipendi e né dividendi. Santos dovrà chiarire da chi fossero arrivati quei soldi. Qualcuno sospetta che dietro possano esserci donatori russi vicini al presidente Vladimir Putin, cosa che spiegherebbe la sua fervida opposizione all’invio di armi in Ucraina e alle sanzioni verso la Russia.

La procura federale gli chiederà conto anche delle oltre undicimila donazioni tutte formate da cifre identiche, appena sotto i duecento dollari, la quota entro cui scatta la necessità di emettere ricevuta e dati del contribuente. Un comitato di elettori che lo ha mandato al Congresso ha chiesto le sue dimissioni.

I democratici a Washington hanno fatto lo stesso. I Repubblicani sono in imbarazzo, ma Santos è da mesi considerato dai suoi stessi colleghi di partito un appestato, un corpo estraneo. Nessuno, nelle lobby della Camera, vuole condividere con lui un caffé o farsi fotografare.

L’epilogo a Long Island sembra scritto. Un nuovo futuro, propongono sui social, potrebbe aprirsi qualche chilometro più a nord. A Broadway, con un musical. Titolo: Chi è George Santos? Ma la storia vera appare al momento insuperabile. E non è stata ancora raccontata tutta.

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