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EMANUELA ORLANDI MISTERO FITTO

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“Il19 aprile scorso i magistrati vaticani hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso, inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria”. Lo afferma il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, sul caso Orlandi. “In merito alle notizie che coinvolgono un parente di Emanuela – continua -, si rileva che la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione”.

“La Santa Sede – conclude Bruni – condivide il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate”. Chi era il padre confessore della famiglia Orlandi che in confessionale avrebbe ricevuto le confidenze sulle presunte molestie a Natalina da parte dello zio Mario Meneguzzi, peraltro recisamente smentite o comunque ridimensionate ieri dalla famiglia in una conferenza alla Stampa estera?

Il Corriere è stato in grado di ricostruire l’identità del misterioso sacerdote colombiano che figurerebbe nelle deposizioni di Natalina e al quale molti anni fa si sarebbe rivolto il cardinale Agostino Casaroli, n. 2 del vaticano dopo Wojtyla, per avere conferme. Il racconto del controverso episodio relativo a Natalina figurerebbe dentro una corrispondenza segreta, datata settembre 1983 (tre mesi dopo la scomparsa di Emanuela, avvenuta il 22 giugno) tra l’allora segretario di Stato e un sacerdote sudamericano, in seguito spedito in Colombia da Giovanni Paolo II.

Casaroli pose una domanda precisa al sacerdote colombiano, scrivendogli, sostanzialmente: «È vero che in passato Natalina, sorella maggiore di Emanuela, ha dichiarato di essere stata molestata sessualmente da suo zio Mario?». La risposta era stata: «Sì, è vero,Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata: le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, l’aveva fatta assumere qualche tempo prima».

Il segretario di Stato vaticano Casaroli, mentre si rivolgeva al religioso in Colombia, avrebbe specificato che la richiesta di conferma su questo elemento arrivava addirittura dagli ambienti investigativi di Roma, che all’epoca vagliavano varie piste. Ma chi era il misterioso confessore di Natalina Orlandi, il sacerdote vicino a lei, a Emanuela e alla famiglia? Si tratta di monsignor Monsignor José Luis Serna Alzate, religioso dell’Istituto missioni Maria Consolata, morto il 28 settembre 2014. Serna Alzate era nato il 17 febbraio 1936 a Aranzazú, nell’arcidiocesi di Manizales, in Colombia.

Ed era stato ordinato sacerdote a Roma il 23 dicembre 1961. Il religioso aveva studiato Filosofia presso il Seminario dei Padri della Consolata a Torino e Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Venne ordinato sacerdote a Roma nel 1961. Già con l’ordinazione sacerdotale era divenuto parroco della Cattedrale di Florencia (Caquetá, Colombia). Fu missionario itinerante a Caquetá, ispettore dell’istituto missionario della Consolata di Colombia e consigliere dello stesso istituto a Roma. Un religioso itinerante, attivo tra Roma e il Sudamerica.

Come molti missionari, Serna Alzate aveva trascorso lunghi periodi a Roma, entrando in contatto con la famiglia Orlandi. A confermarlo al Corriere è lo stesso Pietro Orlandi: «Lo conoscevo benissimo, era una delle più brave persone in Vaticano». Pietro conferma quindi che monsignor Serna Alzate conosceva e frequentava la famiglia ed anche la stessa Emanuela: «Sì, alla Consolata ci aveva messo a disposizione il teatro, la sala per riunirci.

E aveva dedicato molto tempo spazio a tutto il gruppo dei ragazzi di Sant’Anna (La Pontificia parrocchia di sant’Anna in Vaticano: una chiesa interna al vaticano, nel cui coro cantava Emanuela, ndr), sia grandi che dell’età di Emanuela. La famosa foto di Emanuela che suona il flauto è stata scattata al teatro della Consolata. In ogni caso, come già detto, siamo sicuri che lui non c’entri niente con la sparizione di Emanuela. Non serve rivangare questa cosa di Natalina perché è passata ma soprattutto non ha nessun legame con la vicenda di Emanuela». A un certo punto a monsignor Serna viene ordinato di lasciare Roma: «Fu fatto vescovo e mandato in Colombia». Monsignor Serna Alzate doveva essere figura cara a Wojtyla perché per farlo vescovo, nel 1985, il vicariato apostolico di Florencia fu elevato a diocesi con la bolla Quo expeditius di papa Giovanni Paolo II.

Quindi il 9 dicembre 1985, al momento dell’erezione della diocesi di Florencia, Serna Alzate ne era divenuto primo vescovo. Poi l’8 luglio 1989 l’ex confessore e consigliere spirituale degli Orlandi era stato nominato primo vescovo di Líbano-Honda, diocesi creata ad hoc per lui nel 1989 sottraendone il territorio alla arcidiocesi di Ibagué. La diocesi venne eretta l’8 luglio 1989 con la bolla Ita iam hosce di papa Giovanni Paolo II, ricavandone il territorio dall’arcidiocesi di Ibagué. Il 12 luglio 2002 Serna alzate rinunciò al governo pastorale della diocesi.

Le coincidenze «colombiane» nella vicenda Orlandi sono più d’una. Uno più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II è stato il cardinale colombiano Darío Castríllon Hoyos (1929-2018), a lungo prefetto vaticano della Congregazione per il clero, ritenuto da varie inchieste uno dei protagonisti attivi della politica degli insabbiamenti e della copertura degli abusi sessuali. Il 13 dicembre 2022 Alì Agca, protagonista dell’attentato al papa (curiosamente previsto e annunciato tre giorni prima da un medium di Bogotà a un quotidiano colombiano) ha dichiarato al Corriere di aver incontrato in Turchia un sacerdote colombiano che gli avrebbe rivelato: «Emanuela Orlandi era un fatto tutto vaticano e lei é stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente. So di lei soprattutto grazie a un sacerdote che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istanbul. Un uomo, un religioso, animato da una fede autentica, che conosce i misteri del mondo e che non mente».
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