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GENITORI CHE TROVANO IL PARTNER AI FIGLI

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VOLETE SPOSARVI E NON AVETE UN PARTNER? VE LO TROVANO MAMMA E PAPA’, CON LE APP DI DATING – BARBARA COSTA: “IN INDIA MOLTI MATRIMONI SONO COMBINATI DAI GENITORI TRAMITE APPLICAZIONI COME ‘SHAADI’ E ‘BHARAT MATRIMONY’. E’ POSSIBILE SELEZIONARE I PROFILI IN BASE ALLA CASTA, ALLA RELIGIONE, E FILTRARLI SECONDO CREDENZE ASTROLOGICHE. IN ARABIA SAUDITA, AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE ALL’APP ‘ALKHATTABA’, SI DEVE COMPILARE UN QUESTIONARIO DI 60 DOMANDE IN CUI TI VIENE CHIESTO DI CHE TRIBÙ SEI, CHE VUOI SPOSARTI SECONDO LA LEGGE ISLAMICA, E GLI UOMINI POSSONO INDICARE QUANTI FIGLI VORREBBERO E DI CHE SESSO…”

Nel mondo non siamo tutti uguali, né c’è alcuna ragione per cui dovremmo esserlo e, se in Occidente ci lamentiamo perché con le app di dating si sc*pa sì, ma è arduo trovare l’amore vero, in vari paesi culturalmente non occidentalizzati, e specie se musulmani, giovani maschi e giovani femmine non stanno tanto a sbattersi per amore, in quanto… l’anima gemella gliela trovano mamma e papà! Ci pensano loro! Scrollano loro! Sulle app di dating! Ci sono app dove puoi trovare moglie o marito secondo le pretese di mamma e papà, e nel rispetto della tua tradizione e cultura. Della tua religione. Dove la secolarizzazione non è benvenuta le dating app che di questa secolarizzazione (occidentale) sono figlie entrano ma non attecchiscono, perché intese nemiche e nocive e minanti il caposaldo sociale della famiglia eterosessuale.

Se in questi posti se non sei etero meglio che te ne scappi, se lo sei, etero, e ti devi accasare, ci sono mamma e papà che entrano in “altre” app – al posto tuo – ti aprono un account – al posto tuo – ci scrivono nella tua bio ciò che vogliono loro e che è importante – secondo loro – e la foto la mettono loro, se sei maschio, ma se sei femmina no, al massimo sfocata: è la famiglia del maschio che, se è della prescelta seriamente interessata, tappa a richiedere lo svelamento dell’immagine ai di lei genitori. Madri e padri che, via dating app, ogni cosa fanno e decidono e solo in un secondo tempo chiamano in causa i pargoli che non so fino a che punto possano dissentire. Dopo chattate tra genitori dei promessi sposi e reciproco accordo, i candidati alle nozze possono chattare tra loro e vedersi online sotto “angelo custode”, cioè un supervisore, ovviamente un loro familiare, che supervisiona le chat dei due. L’approvazione finale rimane indiscutibilmente ai consuoceri.

Leggo che in India a tutt’oggi massima parte dei matrimoni è combinato, dai genitori, pure via app apposite: le più usate sono “Shaadi” e “Bharat Matrimony”. Sono app dove puoi – i genitori possono – selezionare i profili in base alla casta, alla religione, e altresì filtrarli secondo credenze astrologiche: un matrimonio indiano, per ancestrale cultura, esige uguali casta e religione, e corrispondenze zodiacali non ostili. Sicché ci sono app di dating indiane che forniscono il quadro astrologico dei profili. Le app di dating per le unioni combinate hanno moderatori umani e no, che vigilano su post e chat: in posti come l’Arabia Saudita, ad esempio, non puoi via web muoverti come ti pare, pure online vige il rispetto della “legge della decenza” per cui se scarichi una app di dating come “AlKhattaba”, vi puoi chattare ma non usare un vocabolario di parole controverse che toccano il sesso ma pure il denaro.

Inoltre, al momento dell’iscrizione su AlKhattaba, si deve compilare un questionario di 60 domande in cui ti chiedono di che tribù sei, che vuoi sposarti secondo la legge islamica, e gli uomini possono indicare quanti figli vorrebbero e di che sesso (!!!!!!) e che tipo di velo islamico la loro sposa deve obbligatoriamente indossare. Su AlKhattaba gli uomini pagano l’abbonamento, e tanti sono divorziati alla ricerca di un secondo amore. La maggior parte delle dating app islamiche hanno una funzione a parte, quella dedicata agli utenti alla ricerca di una sposa, sì, ma per ampliare il proprio harem: un poligamo deve identificarsi come tale e che è alla ricerca di più spose.

“Hawaya” è una app di dating egiziana, fondata da una donna, Sameh Saleh, che, dato il successo ottenutovi, l’ha rivenduta a “Match Group”, colosso web di app di dating occidentali, tra cui la celeberrima “Tinder”. Hawaya è piena di donne molto istruite, oltre la soglia anagrafica che uso e tradizione ha loro imposto per trovare un marito. E sono donne che hanno rifiutato più di una unione combinata, con uomini sconosciuti, inferiori a loro in idee, e istruzione e stipendio. Hawaya è contro i matrimoni combinati dalle famiglie, ma al tempo stesso non si scaglia contro i valori musulmani: sono gli atti, sono le scelte, i movimenti degli utenti, femmine e maschi, su questa app, che stanno aprendo crepe dove i lacci dell’Islam sono più insopportabili. Dove l’arcaico bagaglio di genitori e nonni è palesemente non più sostenibile.

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