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PER AZZOPPARE IL PADRE VINCENZO DE LUCA ELLY SCHLEIN COLPISCE IL FIGLIO PIERO DE LUCA

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LA VENDETTA DI SINISTR-ELLY: PER AZZOPPARE IL PADRE, COLPISCE IL FIGLIO – PER FERMARE VINCENZO DE LUCA (CHE VUOLE UN TERZO MANDATO COME GOVERNATORE CHE ELLY NON VUOLE CONCEDERE), LA SCHLEIN DECLASSA PIERO DE LUCA DAL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DEL GRUPPO PD ALLA CAMERA A QUELLO DI SEGRETARIO E INNESCA UN TERREMOTO NEL PD – GUERINI, CAPO DI BASE RIFORMISTA: “ELLY VOLEVA UNO SCALPO” – MADIA: “OPERAZIONE PUNITIVA” – ED È SOLO UN ANTIPASTO DI QUANTO ANDRÀ IN SCENA LUNEDÌ IN DIREZIONE. COME DAGO-DIXIT: O SCHLEIN CAMBIA ROTTA O I RIFORMISTI DEM ESCONO DAL PARTITO…

Consumato sulla testa del deputato Piero De Luca, declassato dal ruolo di vice presidente del gruppo a quello di segretario, «con una vendetta trasversale che non fa onore al Pd», come la bolla lui: reo non tanto di far parte della minoranza che ha perso il congresso, quanto di avere il cognome del governatore della Campania, inviso alla nuova segretaria. La quale ha fatto della «guerra ai cacicchi», per dirla con Francesco Boccia, uno dei suoi asset fondanti. Peccato che questa crociata combattuta per interposta persona contro Enzo De Luca (che vorrebbe ricandidarsi a governatore per un terzo mandato che la leader dem non vuole concedere), inneschi la prima polemica pubblica contro la segretaria, in un partito scosso dalla sconfitta alle comunali.

Basta sentire cosa dice l’interessato, vittima di «logiche fondate non su dinamiche politiche, o sulle competenze, ma sulle scorie delle primarie», dove il padre era schierato con Bonaccini; e basta sentire cosa si dice nei capannelli in Transatlantico quando si palesa De Luca junior, circondato dai compagni di partito che gli tributano pacche sulle spalle, chiedendogli cosa farà ora. «È sbagliato trasformare questo passaggio nella ricerca di uno scalpo politico, una decisione che appare ancora più ingiusta nei confronti di una persona stimata da tutti i suoi colleghi», si oppone Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, ex ministro e leader della minoranza.

Contestando alla segretaria e alla capogruppo Chiara Braga questa scelta nel chiuso dell’assemblea dei deputati convocata per il rinnovo degli uffici di presidenza. «Questo non è un voto sulla politica, ma su una persona». Insomma un brutto precedente. Non è il solo a mettersi di traverso. Enzo Amendola, napoletano ed ex ministro agli affari europei, fa notare come «sia la prima volta che nell’ufficio di presidenza non c’è neanche un esponente del sud Italia». Marianna Madia è ancora più tagliente: «Malgrado si predichi il cambiamento, quella su De Luca è un’operazione punitiva, che ha preso di mira una persona per il suo cognome, mentre si dovrebbero affrontare in modo serio i problemi di organizzazione e di contenuti del partito che sono innumerevoli».

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